La Val Varenna - Parrocchie dell'Unità Pastorale delle Parrocchie di Multedo, Tre Ponti e San Carlo

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La Val Varenna

Il territorio

Foto:
Il ponte ferroviario
nella zona di Chiesino



dal sito
Wikipedia

La Val Varenna è una piccola valle del genovesato che prende il nome dal torrente Varenna (Voëna in ligure).
È posta nel ponente cittadino tra il quartiere di Pegli e quello di Multedo. A nord confina con il Comune di Ceranesi.
L'intera valle ha una superficie di soli 22 km² e una lunghezza di 12 km, segnati dal torrente omonimo che nasce dal Monte Proratado a 928 metri di altezza. I principali insediamenti sono: Tre Ponti, Granara, Chiesino, Carpenara e San Carlo di Cese.
Fu abitata fin dall'antichità e la desinenza in - enna - rimanda agli antichi Liguri, come per Brevenna e d'altra parte -var- sta per "fiume" (in Liguria: Var o Varo di Nizza, Vara affluente del Magra, Vara affluente dell'Orba, Varenna, Varatella, Varaita nel vicino Piemonte). Sotto i Longobardi (la Liguria viene occupata da questi nel 643) si presume che in zona ci fossero le riserve di caccia riservate ai re e ai nobili di quel popolo occupante, come indicherebbe la presenza frequente dei nomi Gazzo, Gazzolo (da Cafhage, le tenute di caccia riservata dove non si poteva tagliare legna). Tuttavia l'insediamento stabile tuttora presente si definisce nel XVII secolo e soprattutto nel XVIII, quando si apre la viabilità attuale, di cui restano i ponticelli affiancati all'attuale percorso percorribile in auto.

L'abbondanza di acqua che sfruttando anche la pendenza del suolo dava energia per i mulini, ha portato, nei tempi trascorsi, ad un discreto insediamento di varie manifatture. Numerosi erano i pastifici, le cartiere, le fonderie e le lavanderie lungo il corso del torrente e quello dei suoi affluenti.

Geologicamente il corso del Varenna rappresenta un tratto della linea di confine tra il gruppo del Beigua (rocce serpentinose o ofiolitiche) e quello delle arenarie, con conformazioni scistoso-calcaree inframmezzate. Le ofioliti comunemente dette anche rocce verdi, rapresentano un tipo di roccia molto dura e resistente. Le caratteristiche di questa linea di frattura tra differenti rocce (linea che corre verticalmente da Sud a Nord passando per il Monte Gazzo, la Val Varenna, Isoverde, arrivando a Voltaggio), con l'estrema vicinanza alla città ha fatto si che, nel secondo dopoguerra, nella valle si insediassero numerose attività per l'estrazione di sabbia da costruzione, massi per scogliere e massicciate ferroviarie e soprattutto cemento.

Questa attività estrattiva andata avanti per anni in modo disordinato e caotico senza alcuna regola e rispetto per la stabilità della valle, ha portato a minarne l'assetto geologico ed è culminata nella disastrosa alluvione del settembre 1993. Attualmente per questo motivo la Val Varenna è considerata una delle zone geologicamente più instabili della Liguria, data l'erosione delle cave e la ripida pendenza dei monti che a poca distanza dalla costa raggiungono i 1000 metri di quota (punta Martin).


 
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