S. Bartolomeo - Parrocchie dell'Unità Pastorale delle Parrocchie di Multedo, Tre Ponti e San Carlo

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S. Bartolomeo

S. Carlo di Cese > I Santi Patroni

Benchè la parrocchia sia dedicata esclusivamente a S. Carlo Borromeo.
Possiamo effettivamente considerare S. Bartolomeo Apostolo coopatrono della parrocchia di S. Carlo.
La sua memoria liturgica cade il 24 agosto, è solitamnete festeggiato la penultima domenica del mese.


PREGHIERA A SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

O beato Apostolo Bartolomeo, noi ti onoriamo e ci gloriamo per averti nostro Patrono. Tu sei stato scelto da Gesù come uno delle fondamenta su cui poggia la  Chiesa: benedici la nostra comunità parrocchiale, affinché possa sempre rispondere alla fede che Tu e gli altri Apostoli ci avete trasmesso.
Bartolomeo, sei stato chiamato da Gesù, "vero israelita in cui non c'è falsità"; aiutaci per i tuoi meriti e la tua intercessione ad essere anche noi veri ed autentici testimoni della fede, in mezzo al nostro mondo a volte falso e incredulo, dove ci si dice credenti ma si nega a Dio il vero culto.
Tu sei stato chiamato amico di Gesù perché hai fatto la sua volontà: rafforza la nostra amicizia con Dio imparando ad essere docili alla progetto del Padre.
Il tuo martirio ci sia di esempio nel vivere le nostre sofferenze, mai vane se inserite nel mistero di comunione con Cristo, nella Santissima Trinità che con Te e tutti i santi vorremmo raggiungere nell'eterna beatitudine.                                                                                                                             AMEN

PROFILO STORICO DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO

Non è di quelli che accorrono appena chiamati, anche se poi sarà capace di donarsi totalmente a una causa; ha le sue idee, le sue diffidenze e i suoi pregiudizi. I vangeli sinottici lo chiamano Bartolomeo, e in quello di Giovanni è indicato come Natanaele. Due nomi comunemente intesi il primo come patronimico (BarTalmai, figlio di Talmai, del valoroso) e il secondo come nome personale, col significato di “dono di Dio”.
Da Giovanni conosciamo la storia della sua adesione a Gesù, che non è immediata come altre. Di Gesù gli parla con entusiasmo Filippo, suo compaesano di Betsaida: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Basta questo nome – Nazareth – a rovinare tutto. La risposta di Bartolomeo arriva inzuppata in un radicale pessimismo: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". L’uomo della Betsaida imprenditoriale, col suo “mare di Galilea” e le aziende della pesca, davvero non spera nulla da quel paese di montanari rissosi.
Ma Filippo replica ai suoi pregiudizi col breve invito a conoscere prima di sentenziare: "Vieni e vedi". Ed ecco che si vedono: Gesù e NatanaeleBartolomeo, che si sente dire: "Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità". Spiazzato da questa fiducia, lui sa soltanto chiedere a Gesù come fa a conoscerlo. E la risposta ("Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico") produce una sua inattesa e debordante manifestazione di fede: "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!". Quest’uomo diffidente è in realtà pronto all’adesione più entusiastica, tanto che Gesù comincia un po’ a orientarlo: "Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico credi? Vedrai cose maggiori di questa".
Troviamo poi Bartolomeo scelto da Gesù con altri undici discepoli per farne i suoi inviati, gli Apostoli. Poi gli Atti lo elencano a Gerusalemme con gli altri, "assidui e concordi nella preghiera". E anche per Bartolomeo (come per Andrea, Tommaso, Matteo, Simone lo Zelota, Giuda Taddeo, Filippo e Mattia) dopo questa citazione cala il silenzio dei testi canonici.
Ne parlano le leggende, storicamente inattendibili. Alcune lo dicono missionario in India e in Armenia, dove avrebbe convertito anche il re, subendo però un martirio tremendo: scuoiato vivo e decapitato. Queste leggende erano anche un modo di spiegare l’espandersi del cristianesimo in luoghi remoti, per opera di sconosciuti. A tante Chiese, poi, proclamarsi fondate da apostoli dava un’indubbia autorità. La leggenda di san Bartolomeo è ricordata anche nel Giudizio Universale della Sistina: il santo mostra la pelle di cui lo hanno “svestito” gli aguzzini, e nei lineamenti del viso, deformati dalla sofferenza, Michelangelo ha voluto darci il proprio autoritratto.

Foto:
La statua processionale di San Bartolomeo

 
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